Da dove cominciare

LE EMOZIONI:  UNA RISORSA, NON UNA PRIGIONE

Lo stress non dipende da ciò che facciamo o da ciò che ci accade,
ma dal modo in cui lo interpretiamo
Hans Selye

Ben sappiamo che per controllare la nostra tensione è fondamentale sentirci a nostro agio. Per riuscirci è fondamentale stabilire con l’altro un rapporto altrettanto positivo.
Esistono molte strategie per parlare in pubblico, ottimo. Ma qual è il segreto per trovare il coraggio di farlo? Questa è la maggiore delle motivazioni che spingono molte persone a seguire i corsi di public speaking. E credo che sia questo il punto di partenza indispensabile.
Salire su un palco, o relazionarci con un pubblico, scatena una forte tempesta emotiva, è cosa nota. L’importante è essere consapevoli che  è un fatto assolutamente naturale. Anzi può rivelarsi utile e necessario per poter gestire al meglio l’impatto stesso con il pubblico. La cosa fondamentale è volgere a nostro servizio i tanti benefici che la tensione emotiva nascostamente ci offre.

Perché abbiamo paura?dadovecom
Perché la natura ci ha dotati di un ottimo sistema di difesa dalle situazioni di pericolo. Quando ci troviamo ad affrontare eventi ad alto rischio  che richiedono una risposta tempestiva “ attaccare o fuggire” si attiva un processo fisiologico (aumento di adrenalina e noradrenalina) che comporta un’accelerazione del ritmo cardiaco, un aumento  della sudorazione, della velocità della respirazione e della tensione muscolare e una evidente diminuizione della salivazione. Ma anche una maggior capacità di concentrazione e di potenziamento dei sensi (vista e udito). Inoltre si attiva una maggior produzione di ormoni delle surrenali che consentono un miglior adattamento agli agenti stressanti. Si tratta del retaggio di un antico sistema di difesa  che ha consentito all’uomo primitivo di sopravvivere alle tante situazioni di pericolo nella sua lotta per la sopravvivenza.
Si tratta di una risposta organica del nostro corpo. Una risposta biologica sensata. Una reazione che potenzia l’organismo che percepisce una situazione  di rischio, ad affrontare l’evento nelle migliori condizioni psicofisiche.
Il sistema limbico del nostro cervello infatti attivando queste risposte organiche presiede alla gestione dei comportamenti di attacco e fuga, del tono dell’umore e della memorizzazione.  Ogni evento affrontato viene memorizzato e archiviato. Pronto per essere richiamato alla mente e sollecitarci una risposta di “difesa o di attacco”. Quando un’esperienza  richiama un ricordo che il nostro cervello giudica rischioso e tensiogeno, scatta la reazione di paura.

Perché un evento come quello di parlare in pubblico, se mai provato prima ci crea tensione?
Perché nel caso di un evento nuovo, il cervello associa l’evento mai sperimentato a un evento a rischio. E ci invia un messaggio simile.
Dunque la tensione è estremamente utile perché ci permette di migliorare le nostre prestazioni individuali ma deve essere contenuta entro certi limiti perché possa essere gestita in modo produttivo.

Come fare?
Prima di tutto agire sull’equilibrio del nostro stato interiore attraverso consolidate tecniche di rilassamento e concentrazione.
Quindi approfittando del sostegno offerto dalle tecniche delle terapie brevi strategiche. Mi riferisco in particolare alla Programmazione Neurolinguistica e all’ insieme delle applicazioni pratiche che la definiscono come terapia breve strategica, proprio per la rapidità con cui si ottengono i risultati.
Il nostro compito sarà quello di procedere ”ingannando” il cervello. Come? Riprogrammando alcune delle associazioni “evento-ricordo” che si sono create in esperienze precedenti.
Un percorso che prevede l’applicazione sfrenata di esercizi che ci permetteranno di convertire il “distress” (stress negativo) in “eustress” (stress positivo e produttivo) e, finalmente liberi di agire a nostro agio, imparare ad elaborare strategie vincenti per parlare in pubblico.